Sono molte le aziende che ad oggi non dispongono di sistemi e risorse per svolgere le attività di logistica come lo stoccaggio e distribuzione della merce. In tal caso, la soluzione ottimale è esternalizzare la logistica (link all’articolo precedente) affidandosi a un operatore terzo, definito appunto 3PL.

Secondo il 23rd Annual Third- Party Logistics Study, l’89% delle aziende che si affidano ad un operatore logistico esterno affermano che tale soluzione ha contribuito a ottimizzare la supply chain e ad aumentare la soddisfazione dei clienti finali.

Disporre, quindi, di personale qualificato consente di gestire e coordinare con efficienza le attività logistiche.

Per chi lavora nella logistica è importante assolvere con flessibilità le richieste straordinarie e improvvise di personale qualificato da parte delle aziende.

Il modo illegale di operare, però, di imprese cooperative e consorzi, la cui funzione è assolvere la domanda di personale, ha avuto un ruolo determinante nell’evoluzione della normativa per quanto attiene i contratti collettivi di figure specializzate nel settore logistico e dei trasporti.

Dopo l’entrata in vigore della legge 142/2001, norma che ha sancito nuove disposizioni per le suddette aziende, sempre più imprese, che necessitano di personale in outsourcing, si sono rivolte a operatori certificati, assicurandosi che quest’ultimi rispettassero la normativa in vigore.

Flessibilità e bisogno di personale altamente qualificato sono, quindi, gli elementi che guidano i rapporti di lavoro tra le aziende e le cooperative sociali.